E’ ormai un dato di fatto che il software Open Source si sia “liberato” dalla nomea di prodotto poco affidabile; adesso lo scontro si sposta sulle licenze di distribuzione dello stesso.

Anche mercoledì 26 novembre all’Open Source Conference 2014 di Milano, se ne è discusso anche con qualche incompresione dovuta alla poca informazione sull’argomento.
Italo Vignoli, consigliere e presidente onorario dell’Associazione LibreItalia, rispondendo ad alcune affermazioni non corrette, ha spiegato, riferendosi al software LibreOffice che – “Quando il software libero, od open source, viene rilasciato in due versioni “community” e “commerciale”, quest’ultima è una versione proprietaria mascherata perché è quasi sempre significativamente diversa rispetto a quella “community” .

Questo vale anche per gli altri software rilasciati in “dual license”; di questo c’è traccia tangibile anche nella normativa dell’AgiD che, all’ Art. 4.1.1 della Circ. 63 “Linee guida per la valutazione comparativa”, riporta questo esaustivo e chiarissimo passaggio: “…possono appartenere alla famiglia dei software proprietari anche alcuni applicativi nominalmente dichiarati liberi, quali ad esempio MySQL, Zimbra, Alfresco…”.

Questo è stato anche l’argomento trattato dal Dott. Paolo Storti nella sua presentazione di “Zimbra Open Source & LibreOffice“, due software Open Source che Studio Storti propone alle Pubbliche Amministrazioni in ottemperanza alla normativa del CAD Art. 68 [Analisi comparativa delle soluzioni testo pubblicato nel sito dell’AgiD] e relativa Circ. 63/2013 [PDF della circolare pubblicata nel sito dell’AgiD].

Interessante è anche l’articolo Software Open Source “Commerciale”? scritto da Italo Vignoli dove viene trattato l’argomento delle licenze.