
Innov@zionePA settembre-ottobre 2013
La storia ed il contesto
LibreOffice è una suite di produttività individuale Open Source, nata nel 2011 da un Fork del vecchio progetto OpenOffice.org.
I motivi che hanno spinto alla separazione sono molteplici, ma si riassumono nel fatto che parte della community di OpenOffice.org non si è più rispecchiata nelle scelte e nell’ideologia dei nuovi vertici, decidendo così di intraprendere una nuova strada.
Esistono quindi due prodotti distinti: Apache OpenOffice, che ad oggi è in carico alla Apache Foundation e LibreOffice, che è in carico alla TDF (una fondazione senza scopo di lucro di diritto europeo, con sede in Germania).
Analizzando i numeri di questi due prodotti si evidenziano differenze sostanziali: prima fra tutte, la maggiore velocità di rilascio di LibreOffice rispetto ad Apache OpenOffice, con la conseguente introduzione di nuove funzionalità e risoluzione di bug, ma soprattutto, una sempre più profonda interoperabilità con i formati proprietari di altri prodotti, come Microsoft Office, ma non solo.
Per capire i motivi che hanno portato a questa situazione è importante prendere visione di alcuni dati tecnici: LibreOffice conta 380.000 contribuzioni di codice da più di 1.100 sviluppatori, mentre Apache OpenOffice conta 14.600 contributi di codice da circa 115 sviluppatori, con un trend in calo (fonte: www.ohloh.net).
La spiegazione di tale fenomeno è da ricercarsi in una quasi totale migrazione della ex community OpenOffice.org al progetto LibreOffice, compresi i core developer e le aziende che supportano il progetto. All’interno della TDF, l’Italia gode di una posizione privilegiata, in quanto uno dei direttori della Fondazione è il nostro Italo Vignoli.
LibreOffice in Italia
L’Italia, e ancor più la Pubblica Amministrazione, è in una fase storica in cui le soluzioni Open Source vengono finalmente riconosciute per il loro valore e non solo per il loro risparmio economico. In questo contesto vediamo sempre più realtà migrare a LibreOffice da soluzioni commerciali come Microsoft Office o da vecchi OpenOffice.org.
L’unico vero ostacolo alla diffusione di LibreOffice nella Pubblica Amministrazione era la mancanza di una offerta professionale, strutturata ed affidabile, a garantire al meglio il processo di migrazione ed assistenza.
Citando le parole del Prof. Aliprandi in un suo recente articolo “Migrare un’amministrazione pubblica a LibreOffice è un’operazione che necessita di supporto. Ci sono novità”.
Buone Notizie
Il 19 settembre 2013, Studio Storti Srl entra ufficialmente nell’Advisory Board di LibreOffice e contestualmente annuncia l’apertura della Divisione che si occuperà di garantire agli enti un processo professionale e certo per la migrazione ed il successivo supporto. La nuova Divisione è composta dal personale più qualificato esistente in Italia, con esperienza pluriennale sulla migrazione di Pubbliche Amministrazioni a LibreOffice.
Inoltre, sulla base di una serie di accordi commerciali con aziende e soggetti leader della community LibreOffice, assicura il massimo supporto possibile.
Questo garantisce agli enti di poter contare su di un partner storico ed affidabile come Studio Storti, attivo nel mondo dell’Open Source per la PA da oltre 15 anni e, nel contempo, di avere la certezza di poter vedere soddisfatta ogni possibile necessità attraverso i vari livelli di servizio proposti:
- Progettazione
- Migrazione
- Formazione
- Deployment
- Assistenza
- HelpDesk
- BugFixing
- Custom Build
Finalmente, come previsto dal art. 68 del CAD, gli enti possono fare una comparazione tecnico-economica, avendo tutti gli elementi per dimostrare che la migrazione a LibreOffice, oltre a creare un evidente risparmio economico, è tecnicamente migliore, grazie anche alla possibilità di contrattualizzare servizi a valore aggiunto che garantiscono il risultato.
Paolo Storti – @PaoloStorti
InnovazionePA 7-8 2013 [file PDF dell’articolo]